Basilica di Santa Maria e San Sigismondo

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La basilica dei santi Maria e Sigismondo fu costruita nel XI secolo in stile romanico, anche se ha subito notevoli interventi in epoche e stili successivi.

La facciata è a capanna, in origine con un unico portale centrale con una lunetta rappresentante Cristo redentore, al quale vengono affiancati altri due minori, nel 1700. Sopra la porta di destra è raffigurato Domenico Celesia, affresco a secco, il quale finanziò la costruzione del pronao, aggiunto nel 1906: l’ingegner Nava e il parroco Desirelli credevano che gli archi della facciata ne indicassero una precedente presenza. è stato quindi costruito secondo i canoni romanici, mantenendo la struttura a capanna, pi¨ bassa rispetto alla facciata, con tre archi d’accesso, i due laterali minori e quello centrale maggiore. Le murature sono realizzate quasi interamente in opus spicatum, ovvero in mattoni disposti a lisca di pesce.

Sulla navata centrale si affacciano sette piccole aperture, in corrispondenza delle volte a crociera, mentre su quelle laterali a feritoia. Particolare è l’esterno dell’abside maggiore, con finestre strombate, paraste cordonate, archetti pensili e tetto a ventaglio. La loggetta è posteriore alla costruzione della chiesa, intorno al XII secolo.

Accanto vi è la torre campanaria, in origine molto pi¨ bassa. Non si è sicuri dell’anno dell’edificazione, ma nel 1716 viene portata a 45m di altezza e coronata da merli ghibellini.

Internamente presenta tre navate: la centrale, maggiore, è divisa in tre campate, due coperte da volte a crociera e una a botte, sorretta da un arcone centrale che la divide in due. Quelle laterali sono divise in sei campate con volte a crociera. Tutte terminanti con un’abside. Il presbiterio è separato dal resto della chiesa da un arco scolpito. Le navate sono delimitate da pilastri compositi di due tipi: quelli forti, con pianta cruciforme con colonnine agli angoli; quelli deboli, a pianta quadrata con mezze colonne addossate.
Per quanto riguarda la pavimentazione della chiesa sappiamo che dal 1500 presentava delle pietre tombali, soprattutto davanti al presbiterio. Nel 1789 venne sostituito, ma un secolo dopo lo si dovette realizzare in piastrelle rossastre e grigie scure alternate, causando un innalzamento del livello del pavimento.

L’altare maggiore è del XVIII secolo ed è stato realizzato in stile barocco, su commissione del parroco Gian Battista Rossoni. Ha il corpo centrale in marmi policromi con un tempietto che sovrasta il tabernacolo e colonnine a sostegno di un baldacchino sul quale sono appoggiati degli angeli adoranti e una croce. Anche la balaustre del presbiterio segue questo stile.
Nella controfacciata è visibile l’organo, realizzato nel 1865 usando le canne di uno strumento giÓ esistente, ma con una nuova cassa e nuovi registri.

Secondo lo stile romanico importante è l’architettura, non la decorazione, per potersi avvicinare meglio a Dio. Non viene usata la scultura a tutto tondo, ma vengono realizzati dei bassorilievi raffiguranti temi biblici, creando la Bibbia dei poveri, oltre alle pene eterne a scopo didattico. A questo proposito sono importanti i rilievi dei capitelli, riemersi grazie ai restauri del XX secolo, che rappresentano mostri, larve lugubri di cavalli, sirene a due code, figure femminili che allattano serpenti, ecc. tutti elementi d’ ispirazione orientale, mentre il tipo di rilevo imita gli avori musulmani. Ogni elemento rappresenta un concetto medievale, come il dualismo bene-male, grazia-peccato, vita-morte, corpo-anima. Alcuni capitelli presentano decorazioni a foglie di acanto, riprese dal mondo greco, modificandone il significato. Con i recenti restauri si sono ricostruite delle parti rovinate da interventi neoclassici o barocchi, inoltre sono emerse anche delle tracce di colore rosso, blu, oro e verde.

Le pitture più antiche sono anteriori al 1200-1300. Sulla controfacciata sono rappresentati, a destra sant’Antonio abate e a sinistra un santo benedicente con veste rossa e un libro in mano. Sui pilastri ci sono vari santi e vescovi, non sempre riconoscibili. Nella navata di destra, nella terza campata è riemersa una Madonna con il bambino e san Sigismondo. A sinistra, invece, ci sono san Antonio abate con san Cristoforo con un bambino in prossimitÓ di un fiume. Nel catino dell’abside maggiore c’è Cristo pantocreatore in trono, nella mandorla con i simboli degli evangelisti, affiancato da una santa inginocchiata vicina a san Pietro. Accanto c’è san Giovanni Battista e san Paolo con una spada. Nel coro sono raffigurati san Francesco d’Assisi, oggi privo della parte inferiore, coperto da un altro santo del 1494; seguono due angeli che scoprono del velo il vecchio tabernacolo. A destra compaiono altri santi e la Vergine allattante. Al centro viene rappresentata l’ultima cena nel momento della rivelazione del tradimento di Giuda, ma tutti i commensali sembrano indifferenti alla notizia. Questo è realizzato con due tecniche: malta fresca, in alto, e calce spenta, in basso.
Dopo i restauri il pittore Ernesto Rusca è stato incaricato di affrescare le volte della navata maggiore con la storia della Chiesa.

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